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bollettino N 37 giovedì 3 maggio 2018

5 maggio 2018

Questa sera si è tenuta la prolusione di Moycha, la nostra più giovane socia, che ci ha spiegatop il motivo per cui il vero tortellino è bolognese (come lei) e non modenese.

Si narrava che…

Nel 1200 arrivò in una locanda chiamata Corona, a Castelfranco Emilia, una giovane e bella Marchesina da una carrozza tirata da quattro cavalli, per riposarsi. Il locandiere accompagnò la dama in camera e attratto irremediabilmente dalla sua bellezza rimase a spiarla dalla serratura, rimanendo colpito dal suo ombelico.

Al momento di preparare la cena l'immagine lo aveva talmente ispirato da tirare la sfoglia riproducendo le fattezze dell'ombelico della giovane nobile ma non sapendo cosa fare di quei pezzetti di sfoglia, li riempì di carne. 

Ecosì nacque il prelibato tortellino ripieno. Per altri la medesima storia assume un valore divino, vedendo, al posto della Marchesina, protagonista la Dea Venere.

Secondo lo scrittore Alfredo Panzini, il tortellino ha origine sul fondo di un secchio. Per la precisione dalla "Secchia rapita" cantata dal poeta modenese Alessandro Tassoni nel 1624. Il poema narra per dodici canti l’eterna rivalità fra le vicine Modena e Bologna per cui persino un comune secchio da pozzo per l'acqua era motivo d disaccordo e lite. Quando la secchia fu rubata dai Modenesi scoppiò una guerra che vide coinvolti personaggi eroici, nobili e divinità dall'Olimpo, scesi a battagliare nel tragicomico duello delle belligeranti città.

Dalla "Secchia Rapita" si sarebbe ispirato il poemetto ottocentesco di Giuseppe Ceri, narrante la spedizione terrena di tre divinità: Bacco, Marte e Venere. Gli Déi schierati dalla parte dei modenesi si fermarono a ristorarsi alla locanda di Castelfranco Emilia, al confine tra le province. E lì si riprende il mito del locandiere folgorato dalla bellezza di Venere, a cui dedica la creazione culinaria del tortellino.

Altra variante della leggenda, con filo comune il poema della "Secchia rapita" vuole una Venere dormiente, lasciata sola alla locanda e trovata al risveglio dal locandiere in vesti discente e ammalianti. Le leggende, con la loro anima orale, modificano dettagli per rendersi più appetitose, resta noto che ad una donna si deve la forma minuta e soffice del tortellino.

La Storia, fiera calcolatrice di date e fatti mette in riga le poesie delle leggende e stila la sua rigorosa ricerca nell'origine del buon tortellino.

Infatti Tassoni, storicamente, era modenese, e siccome la rivalità tra le due città una realtà nota da lunga data, non avrebbe mai fissato a Castelfranco Emilia il luogo di nascita dell'aspramente conteso tortellino, essendo avamposto dei bolognesi. 

Ad ogni modo, per me è SUPERLATIVO e non gli chiederò alcuna carta di identità J

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